Aubrey Gordon, la tua amica grassa

Conosciamo meglio Aubrey Gordon, la tua amica grassa!

Aubrey Gordon, nota anche come “Your fat friend – La tua amica grassa”, è un’autrice, podcaster e attivista.

Scrive di grassezza, accettazione del grasso e pregiudizi anti-grasso e il suo podcast, Maintenance Phase, si concentra sulla scarsa scientificità delle mode riguardo alla salute e al benessere.

Prima di iniziare a scrivere, Aubrey era un’attivista e organizer LGBTQ+. Il suo Fat activism e la  sua carriera letteraria iniziano con una lettera che lei scrive ad una sua amica.

Qui ne pubblichiamo una nostra traduzione:

“Ho bisogno che mi ascolti attentamente. Ho bisogno che mi creda quando ti dico cosa succede.

Ho bisogno che tu dica la parola “grasso”. Su di me. Perché lo sono.

Sono una taglia 58/60, abbastanza grassa che alcuni negozi per persone grasse non hanno la mia taglia. Abbastanza grassa che alcuni medici si rifiutano di visitarmi. Abbastanza grassa che salire su un aereo mi fa gelare il sangue, perché potrebbero buttarmi fuori, senza rimborso del biglietto, o potrebbero farmi pagare il doppio, e allora dovrò spiegare ai miei amici, ai colleghi di lavoro, alla mia famiglia perché non posso fare quel viaggio.

Ogni discussione sul corpo, sui media o tra amici, riguarda il modo in cui evitare l’orribile destino di assomigliare a me. Ho bisogno di sentirti dire che tutto questo fa male e che succede continuamente.

So che è difficile parlare di queste cose. Ma quando parlo di grasso, non parlo di sentimenti o di autostima o di problemi di immagine corporea o di forza interiore. Sto parlando del modo in cui gli individui e le istituzioni trattano me e le persone che mi somigliano. Devi riconoscere che io e te abbiamo esperienze diverse perché io sono grassa.
Ho bisogno che consideri il tuo interlocutore. Quando dici che odi il tuo corpo perché è così grasso, o che hai paura di diventarlo, o quando dici che non avresti dovuto mangiare quel pranzo o quel dolce, o quando annunci il tuo proposito per il nuovo anno di perdere 5, 10, 25 chili, stai dicendo che non vuoi che il tuo corpo finisca come il mio. I tuoi sentimenti sono reali, veri e validi. E non dovresti comunque dirli alla persona più grassa che conosci.

So che tutti noi siamo colpiti dal body shaming e che tutti proviamo sentimenti reali, validi, profondi e duri nei confronti del nostro corpo. Ma ho bisogno che tu smetta di perpetuarlo, soprattutto quando parli di te stessa. Non c’è nessun tipo di commento o aggettivo che mi faccia meno male. Devi sapere che la prendo sul personale perché è personale.
Devi sapere che mi sforzo di prendermi cura dei sentimenti di tutti quando parlo di essere grassa e che, per me, queste conversazioni avvengono settimanalmente, a volte quotidianamente, e tante persone hanno bisogno di  attenzione e cura solo al fine di ascoltare ciò di cui ho bisogno da loro. A volte mi stanco, mi sento frustrata o mi arrabbio per il lavoro emotivo che richiede la preparazione di coloro che mi circondano per sentirmi dire chi sono e di cosa ho bisogno.

Ho bisogno che tu sappia che quando parli in modo denigratorio del tuo corpo e poi dici “ma tu no, sei bellissima!”, i tuoi complimenti sono impossibili da credere. Se disapprovi te stesso, vivisezioni il tuo corpo e poi mi fai i complimenti, mi ricorderò di come parli di entrambi. Se pensi che il tuo corpo grasso sia ripugnante, crederò che anche il mio ti faccia schifo. So che hai intenzione di parlare di te stessa. Ho bisogno che tu sappia che stai parlando anche di me.

Ho bisogno che tu lasci andare le cose che non sono mai stata in grado di tenere, solo per un momento. Solo per sentire quanto sono fragili quando allenti la presa, per sentire quanto facilmente possono andare in frantumi. Ho bisogno che tu tenga a me abbastanza da sentirti al sicuro. Ho bisogno che ti unisca a me per un momento di quelli che vivo ogni giorno.

Ho bisogno che tu cerchi di imparare ad amare la rigogliosa crescita del tuo corpo. Lascialo crescere selvaggio e indomito come un giardino che amavi da bambino. Amalo per il modo in cui ti sostiene, ti tiene al caldo, fa di tutto per non farti male. Il suo unico compito è quello di prendersi cura di te. Ho bisogno che tu cerchi di amarlo se intendi amare me.
Ho bisogno che tu ricordi ciò che sai dal femminismo: che incolpare gli individui per le molestie che subiscono non è di supporto o efficace. Che dobbiamo mettere in discussione i messaggi sociali e i sistemi di potere che dettano ciò che i nostri corpi sono o non sono autorizzati a essere. E che l’isteria e la nevrastenia (nervi deboli) erano preoccupazioni sanitarie molto serie all’epoca, e venivano usate per contenere e screditare le donne che non si adeguavano.

Devi ricordare quello che sai sulla giustizia economica: che l’etica del lavoro individuale non può reggere il confronto con i sistemi che ci sono stati messi contro. E non possiamo attribuire la povertà a una scarsa etica lavorativa, così come non possiamo attribuire le molestie alle persone grasse a una scarsa autostima o a una debole forza di volontà.

Ho bisogno che non ti dimentichi dei tuoi valori di giustizia sociale quando ti parlo della mia esperienza.

Ho bisogno che tu smetta di ridurre le mie esperienze a sentimenti feriti o a individui malintenzionati. Ho bisogno che tu sappia che, anche con le buone intenzioni, si può sempre fare del male. Ho bisogno di meno empatia e più solidarietà. Meno pietà e più rabbia. Meno condoglianze e più azione. Ho bisogno che tu smetta di consolarmi.

Ho bisogno di un alleato.

Quando mi chiedi di cosa ho bisogno e io te lo dico, ho bisogno che tu ci provi.”

Troverai un’approfondimento su Aubrey Gordon  nella sezione “News dai Social Media” di questo sito.

 

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