Dal sentiero al cuore: l’Avventura Magica di Marco, Leila e Tremotino

“Il sentiero che non c’era ieri”, un racconto speciale nato dal laboratorio di scrittura creativa “Leggo, Immagino, Scrivo”

Cosa accade quando l’immaginazione di una bambina di otto anni incontra la libertà di scrivere?

Nasce una storia sorprendente, tenera e avventurosa come quella che vogliamo raccontarvi oggi, frutto del laboratorio di scrittura creativa Leggo, Immagino, Scrivo, realizzato da Move2Europe APS.

Il racconto comincia con due amici, Marco e Leila, che, al ritorno da scuola, scoprono un sentiero misterioso vicino a una vecchia quercia.

Incuriositi, decidono di esplorarlo, trovandosi presto davanti a un cancello arrugginito che li conduce in un giardino abbandonato e, al centro, una casetta di legno. Da qui, il confine tra realtà e magia si dissolve.

Dentro quella casa, polverosa e silenziosa, tra ragnatele e pipistrelli, i due amici incontrano Tremotino, un fantasma… o meglio, lo spirito di uno gnomo! Minaccioso all’inizio, Tremotino si rivela in realtà un’anima sola e ferita dall’abbandono del suo migliore amico, Fiorentino. Ma grazie alla gentilezza e all’empatia di Marco e Leila, la rabbia si scioglie in un sorriso e, con un tocco di magia, l’amico perduto torna.

La casa si trasforma, la luce torna a splendere, e quella che sembrava una storia di paura si rivela una meravigliosa avventura sull’amicizia, sul perdono e sull’importanza di saper ascoltare.

Cosa ci ha colpiti di questa storia?
La capacità della piccola autrice, Giorgia, di soli 8 anni,  di costruire una narrazione ricca di suspense e colpi di scena, alternando momenti di paura a una profonda tenerezza. Ma soprattutto, il messaggio centrale: a volte, dietro a chi sembra “cattivo”, c’è solo qualcuno che si sente solo.

Nel nostro laboratorio “Leggo, Immagino, Scrivo”, i bambini non solo hanno imparato ad usare le parole, ma anche a dare forma ai propri pensieri e sentimenti, trasformandoli in racconti che parlano al cuore. Questo racconto è la prova che la fantasia dei più piccoli può toccare temi universali con delicatezza e forza.

Grazie a chi ha condiviso con noi questa storia: un piccolo grande esempio di quanto sia potente la scrittura nelle mani dei bambini.

E voi? Avete mai trovato un sentiero misterioso nel vostro parco preferito?
Continuate a seguirci per altre avventure nate dalla fantasia dei nostri piccoli scrittori!

Ogni pomeriggio, Marco e Leila passavano dal parco per tornare a casa. Ma quel giorno, vicino alla vecchia quercia, c’era qualcosa di strano: un sentiero sterrato che prima non avevano mai visto.

Non c’erano cartelli, ma sembrava… invitante. “Lo seguiamo solo per cinque minuti”, disse Leila. Dopo cinque minuti, però, si trovarono davanti a un cancello di ferro battuto, arrugginito e aperto. Dietro, un giardino abbandonato con una casetta di legno al centro. Una voce li chiamò per nome.

Allora, Marco e Leila entrarono nella casa per vedere di chi fosse quella voce che li chiamava. La casa era molto vecchia, piena di polvere e di ragnatele, tra le quali volteggiava un pipistrello. Attraversarono un lungo corridoio…Alla fine c’era una camera… Entrarono

I mobili erano tutti ricoperti di lenzuola, in mezzo alla stanza c’era un letto sfatto e di fronte al letto un grande specchio. I ragazzi si guardavano intorno curiosi ma anche un po’ impauriti. All’improvviso ci fu un grande sbuffo di polvere e dallo specchio sbucò una specie di fantasma, il fantasma di una gnomo!

Il mio nome è Tremotino” disse, con una voce forte e roca. Aveva gli occhi corrucciati e nascondeva qualcosa dietro la schiena… Sembrava davvero arrabbiato! Si voltò e mostrò ai ragazzi una grossa ascia, agitandola nell’aria e facendo strani versi con la voce.

Marco e Leila, si strinsero l’uno all’altra spaventatissimi e, cercando di farsi coraggio a vicenda, gli chiesero: “Ma cosa ti abbiamo fatto? Come mai sei così cattivo con chi nemmeno conosci?

Tremotino si calmò e rispose con voce rotta dalle lacrime: “Sono diventato cattivo perché un giorno di tanto tempo fa, il mio migliore amico, Fiorentino, se n’è andato e non è tornato più! Mi aveva detto che sarebbe stato per sempre il mio amico del cuore ma all’improvviso mi ha lasciato da solo, completamente da solo, ed io sono rimasto qui, in questa casa abbandonata, senza vedere più nessuno”.

Marco e Leila capirono che, in realtà. Tremotino non era cattivo, aveva solo bisogno di un amico! E se diventassimo noi i tuoi amici? – gli dissero – Ti farebbe piacere? Se diventassimo amici, non avresti più bisogno dell’ascia, anzi, potremmo regalarti dei giocattoli con cui divertirci insieme! Una palla, dei fogli, dei colori…Che ne dici?

Tremotino sorrise e in quel medesimo istante la casa si illuminò. Si sentì un forte rumore e dallo specchio, con un gran sbuffo di polvere, sbucò Fiorentino,  il vecchio amico di Tremotino!

I due gnomi si abbracciarono e Tremotino disse: “Che bello rivederti! Io non ti ho mai dimenticato! La stanza, intanto si era trasformata, tutta pulita, con le tende colorate alle finestre, niente più polvere, ragnatele e pipistrelli! E anche tutto il resto della casa si era trasformato in una bellissima residenza di campagna!

I due gnomi si diressero verso la cucina per preparare una lauta cena e festeggiare la loro amicizia ritrovata. Tremotino disse: “Ragazzi, ora siamo diventati 4 amici inseparabili, una bella banda, come dite voi!!! Ah, ah, ah!!! Perché non rimanete con noi a festeggiare?”

“Meglio di no” dissero Marco e Leila all’unisono! “Si è fatto tardi ed i nostri genitori saranno in pensiero non vedendoci rientrare. Ora dobbiamo andare ma vi promettiamo che torneremo a trovarvi ogni sabato per giocare un po’ insieme!

I  due gnomi sorrisero e salutarono i ragazzi sventolando in aria i cappelli. Marco e Leila uscirono dalla casa e ripresero quel sentiero sterrato che avevano seguito solo poche ora prima. Si voltarono e videro un bel cancello argentato, un giardino fiorito e, al centro, una casa di mattoni rossi con il comignolo che fumava.

Si guardarono ed entrambi nello stesso momento pensarono : Che bella avventura! Non vedo l’ora di viverne un’altra così”.

 
 

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