Basta parole, serve un cambiamento: contro la violenza nei confronti delle donne dobbiamo cambiare il sistema!

Il sistema in cui cresciamo influenza tutto (anche quello che chiamiamo “amore”)

Una ragazza interiorizza il patriarcato molto prima che qualcuno le manchi di rispetto.
Prima di ricevere un insulto.
Prima di capire cosa sia davvero il controllo.

È il sistema che modella l’idea di relazione, di lavoro, di famiglia, di libertà.
È lì che nasce la violenza: nella normalizzazione di ruoli e aspettative che tengono le donne un passo indietro.

Essere donna in Italia nel 2024: i numeri non mentono

Il Rendiconto di Genere 2024 dell’INPS ci restituisce una fotografia chiara: le ragazze studiano di più, ma ottengono meno.

📚 Più studio, meno opportunità

  • Le ragazze si laureano più dei ragazzi (fino al 68,6% nelle magistrali a ciclo unico).

  • Ma solo il 40% delle lauree STEM è femminile.

  • Restare fuori dai settori più pagati significa partire svantaggiate.

💼 Lavoro? Sì, ma precario

  • Lavora il 52,5% delle donne, contro il 70,4% degli uomini.

  • Molte hanno contratti instabili o part-time non scelti.

  • Solo 1 dirigente su 5 è donna.

E al Sud?
Il quadro è ancora più duro: in alcune regioni oltre il 24% delle giovani tra 15 e 29 anni non studia e non lavora. Una generazione sospesa.

👶 Cura e maternità: il conto lo pagano le donne

  • Le madri si prendono il 73% dei congedi.

  • I padri solo il 27%.

  • I nidi pubblici coprono il 30% delle richieste e costano sempre di più.

Risultato?
Molte donne lavorano meno, guadagnano meno, dipendono di più.

E dipendenza economica = maggiore vulnerabilità.

Quindi, cosa serve davvero per prevenire la violenza?

Non più solo “sensibilizzazione”!
Non più solo “giornate dedicate”!

Serve cambiare le condizioni materiali della vita delle donne, perché è lì che la violenza trova terreno fertile.

🔑 Serve:

  • Autonomia economica

  • Lavoro stabile e retribuito equamente

  • Servizi per l’infanzia accessibili

  • Congedi paritari per madri e padri

  • Orientamento libero da stereotipi

  • Case, indipendenza, opportunità reali

In sintesi: libertà di scegliere davvero.

E poi c’è un pezzo fondamentale: educare gli uomini

Non basta dire alle ragazze “difenditi”, “sii forte”, “non accettare meno di ciò che meriti”.
Bisogna dire ai ragazzi:

  • che il “no” è un no;

  • che l’amore non è controllo;

  • che non si deve essere “forti” a scapito di qualcun altro;

  • che le emozioni non fanno paura, e non devono trasformarsi in rabbia;

  • che la cura è un compito condiviso.

Perché la prevenzione vera parte da qui:

  • dall’infanzia, con educazione emotiva;

  • dai modelli culturali che smontano lo stereotipo del “vero uomo”;

  • dal riconoscere la parità come normalità, non come eccezione.

Un uomo che conosce i propri limiti, che sa ascoltare, che gestisce le emozioni, non ha bisogno di esercitare potere.

La prevenzione non è un gesto: è un cambiamento culturale

Se vogliamo un futuro dove le ragazze siano libere e sicure, serve un movimento collettivo:

  • famiglie,

  • scuole,

  • istituzioni,

  • media,

  • giovani uomini e donne.

La violenza non è un destino. È un sistema. E i sistemi si cambiano insieme.

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